Un'autobiografia

Negli ultimi anni c’è stata un’intensa ripresa di interesse intorno alla figura e al pensiero di Gior dano Bruno in Italia come fuori d’Italia. Alla figura di Bruno sono stati dedicati saggi, studi, monografie che hanno contribuito a illuminare in modo nuovo sia il suo pensiero sia la sua personalità. Sono stati pubblicati documenti inediti, si sono approntate edizioni critiche moderne di scritti fondamentali come il De umbris idearum, sono state abbozzate, e poi sviluppate, nuove interpretazioni, è stata studiata in modi originali la fortuna della sua filosofia lungo tutti i secoli della modernità.

In questo fiorire di studi una parte non trascurabile è stata dedicata a nuove indagini sulla vita di Bruno, alla ricerca cioè di nuovi documenti che illustrassero in modo nuovo tappe fondamentali della sua vita avventurosa – dagli anni del Convento di S. Domenico Maggiore a Napoli fino a quelli del processo e della condanna al rogo. Nella ripresa di attenzione per la vita di Bruno ha inciso, forse, anche una più generale ripresa d’interesse per la dimensione biografica e autobiografica di autori «costitutivi» della modernità. Si tratta del resto di un tema capitale, se è vero, come è vero, che il problema dell’autobiografia – è quello delle scritture di carattere autobiografico – coincide con il problema della coscienza e della conoscenza di sé; coincide, in una parola, con il problema dell’identità personale e delle sue modalità costitutive, se è vero, insomma, che il problema dell’autobiografia si salda, in modo strutturale, alla questione del valore e del significato dell’individuo e dell’individualità, imponendosi, per questa via, come uno dei problemi fondamentali di tutta la modernità.