L'Italia rinunzia?
Corrado AlvaroCorrado Alvaro scrisse questo pamphlet nel 1944, «l’anno più tragico della nostra storia». La sua pubblicazione avvenne dapprima a puntate sul «Popolo di Roma». L’Italia era nel pieno di un’aspra guerra civile, lacerata dalla drammatica contrapposizione tra il Sud liberato e il Nord sotto il tallone dell’occupazione tedesca. Il conflitto tra le due parti del paese, «latente fin dalle origini dell’assetto nazionale», stava ormai arrivando alle soglie della sua «estrema manifestazione». Il testo di Alvaro non perde – all’indomani della Liberazione e della fine della guerra – il significato potente dell’invettiva che lo aveva originato, ma diventa una drammatica indicazione dei mali estremi contro cui lottare, se il paese vuole ritrovare una qualche forma di riscatto. Il rischio è che si ripeta «la commedia degli accomodamenti», che si risolva «tutto sulla carta, nelle chiacchiere, mentre il paese aspetta di vivere e di lavorare per il suo domani». Come non vedere, in questa accorata denuncia, una lezione di storia per l’Italia d’oggi?
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